Giomici è citato in vari documenti storici con gli antichi nomi “Glomisso”, “Giomisci”, “Chiomiscio”, “Giomisce”….
Inizialmente fu una torre di guardia strategica del Corridoio Bizantino, lungo la linea di difesa dall’invasione gotica e longobarda; l’origine del castello risale all’XI secolo.
Nel 1163 l’imperatore Federico Barbarossa assegna il castello con la corte e le chiese al monastero di S. Donato di Pulpiano in terra eugubina.
Alla fine del XII secolo un sesto del castello è posseduto dai Conti di Coccorano.
Nel 1240 i monaci di Pulpiano cedettero il castello (“Castrum Glomisci eius curiam totam, com hominibus servitii et utilitatibus”) in enfituesi a Monaldo di Suppolino, discendente dei conti di Nocera, ma dopo la guerra con Perugia nel 1258 Gubbio acquistò dallo stesso Monaldo un palazzo, una torre ed il cassero per sentirsi più certa del controllo, poiché Giomici formava assieme a Biscina, Caresto, Coccorano ed altri castelli, il sistema difensivo di Gubbio al confine con Perugia.
Nel 1378 il vescovo eugubino Senso de’ Gabrielli prese il possesso di Giomici ma un eroico castellano, tal Petruccio de Ciuccio de’ Villamaiana, oppose resistenza arroccandosi nella torre più alta, che poi però fu abbattuta, “cadendo sul tetto della casa a fianco”.
Con l’avvento a Gubbio del dominio dei Montefeltro Giomici divenne il possedimento di confine del Ducato di Urbino, che difese il castello anche dall’attacco di Braccio da Montone, avvenuto nel 1419 per conto di Perugia.
Nel XVI secolo fu ancora un’esponente della famiglia Gabrielli, Nestore, a possedere il castello parte del castello, che dovette restaurare e rendere “rifugio per uomini e beni”.
Alla metà del XVII secolo il castello di Giomici ed i terreni annessi divennero proprietà della famiglia Vagni, originari di Lunigiana (a nord di La Spezia).
Nel 1929 entra a far parte del territorio comunale di Valfabbrica.
La chiesa di San Michele Arcangelo risale alla metà XII secolo e contiene degli affreschi del XV secolo, alcuni dei quali attribuiti al noto pittore Matteo da Gualdo.
Vi è anche una ceramica policroma del XVII secolo dell’artista gualdese Francesco Biagioli detto “il Monina”.
Una curiosità: si narra che Santa Chiara di Assisi, che era parente dei Conti di Coccorano, da neonata avesse una balia nei pressi di Giomici.